giovedì 1 dicembre 2011

La legge e la Green Economy

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Qualcuno sostiene che Bill Clinton (e Al Gore) sia stato uno dei migliori presidente della storia degli Stati Uniti perchè ha intuito prima di altri che Internet non sarebbe diventato quello che oggi è per l'umanità se fosse stato "imbrigliato" in leggi e leggine.
Vale la stessa cosa per la Green Economy?
Sinceramente non è facile da dirsi e solo i posteri ci diranno se l'iper-regolamentazione di questi anni sia stato il giusto strumento per far crescere "l'economia verde". Noi qui, su questo blog, cerchiamo di capire le norme che regolano il settore e di comprendere come il legislatore vorrà intervenire nel futuro e... per il futuro della Green Economy.


giovedì 6 ottobre 2011

Energia verde...con il trucco...


Dal "Giornale" - Gli artigiani di Canfartigianato hanno avuto gioco facile nel far passare su tutti i mezzi d'informazione i risultati di una ricerca che imputa alle energie rinnovabili una produzione annua pari ai consumi totali delle famiglie italiane. Grandi titoli e servizi tv si giusitificavano perché le cosiddette rinnovabili evocano energie pulite la solare o l'eolica. Peccato che non è così.
Secondo i dati più recenti dell'Autorità per l'energia, nel 2009 sono stati distribuiti ai consumatori 279,5 TWh (miliardi di chilowattore), di cui 62,5 alle famiglie. Dal lato della produzione, 218 TWh arrivano da fonti termoelettriche (gas, carbone, petrolio), 46,5 sono importati e 67,5 dalle fonti rinnovabili. Ma di questi, ben 47,2, pari al 70%, deriva dalla buon vecchia energia idroelettrica, cioè da molte di quelle dighe che tutto sono tranne che «verdi». Solo 6 TWh arrivano dall'eolico. E solo 0,75 dal solare. Una goccia nell'oceano.


giovedì 28 luglio 2011

Anche l'AEEG a favore dei Certificati Verdi

energie rinnovabili.jpgAnche l'AEEG (Autorità per l'Energia Elettrica e il gas) ha inviato una segnalazione a Governo e Parlamento contro l'emendamento 45.1000 del relatore Azzollini all'articolo 45 del DL manovra. Per l'Autorità l'emendamento, che lascia invariata la soppressione dell'obbligo di ritiro da parte delGse dei CV invenduti e introduce i criteri per spartire "le economie derivanti", non fa altro che istituire "una nuova imposta". E si tratterebbe di una imposta "poco trasparente", "poco comprensibile" e "poco aderente ai criteri di progressività e proporzionalità nel finanziamento delle spese pubbliche". Comporterebbe altresì, si legge nella segnalazione, problematiche interpretative e applicative.

Il regolatore afferma che "l'approvazione dell'emendamento (...) non sia compatibile né con un trasparente sistema di formazione dei prezzi dell'energia elettrica né con una ordinata gestione del meccanismo dei certificati verdi. Quest'ultimo meccanismo va peraltro mantenuto in quanto è potenzialmente un istituto efficiente per il perseguimento degli importanti e sfidanti obiettivi europei di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Si ritiene tuttavia necessaria e non procrastinabile, proprio ai fini dell'efficienza, una profonda e più generale revisione del meccanismo dei certificati verdi, snaturato da molteplici successivi interventi normativi fino a diventare un oneroso e debordante dispositivo di incentivazione che induce un eccesso di profittabilità degli investimenti ed induce una forte opacità nel sistema. Tale revisione (...) dovrebbe essere orientata a ripristinare la struttura d'origine, basata su meccanismi di mercato, e dovrebbe essere accompagnata da un eventuale incremento della quota d'obbligo di energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili a carico dei produttori e degli importatori di energia elettrica con una conseguente riduzione del numero dei certificati verdi invenduti e una maggiore certezza di conseguire gli obiettivi di produzione da fonte rinnovabile".





Fonte

sabato 2 luglio 2011

martedì 14 giugno 2011

Polizze di tutela legale

Le polizze di tutela legale (chiamate anche polizze di tutela giudiziaria) aiutano a risolvere piccole questioni legali della vita di tutti i giorni.
Un vaso che cadendo da un balcone finisce sulla vostra auto, lavori commissionati e non eseguiti correttamente, controversie legate all'usufrutto su una casa, contravvenzioni o reati colposi. In tutti questi casi, grazie alla polizza, la compagnia assicurativa si assume l'onere di gestire la questione, cercando di ottenere un accordo prima che inizi la causa vera e propria. In questo modo, si entra nell'aula di tribunale solo quando è strettamente necessario, con notevole risparmio di tempo e denaro da parte dell'assistito. L'importante è ricordarsi di avvisare l'assicurazione non appena sorge il problema legale e di trasmettere senza indugi tutti i documenti necessari.

Quando non servono le polizze di tutela legale
Il punto debole delle polizze di tutela giudiziaria sono le clausole di esclusione, ciò i casi in cui non è prevista una copertura. Molte compagnie escludono l'efficacia della polizza per controversie relative alla costruzione, compravendita e ristrutturazione delle case, sia per gli aspetti penali sia per quelli civili. Quasi nessuna polizza copre le controversie su successioni e donazioni e solo alcune quelle relative a separazione e divorzio. Poche anche le offerte per eventi come interdizione, inabilitazione, morte presunta. Molte polizze non proteggono riguardo a controversie per questioni fiscali e amministrative.

Polizze: attenti ai doppioni
Nelle polizze Rc auto possono essere comprese anche delle forme di tutela legale, che coprono le spese relative al ricorso a un perito e a un'eventuale causa giudiziaria. Per questo, quando si acquista una polizza di tutela legale generica, è bene non chiedere automaticamente l'estensione al settore circolazione, ma andare prima a leggere con attenzione il contratto di quella auto.


  • Polizze di tutela legale: le compagnie del test
  • Allianz Lloyd Adriatico
  • Allianz Ras
  • Arag
  • Carige Assicurazioni
  • Das
  • Europa tutela giudiziaria
  • Fata
  • Filo Diretto
  • Generali
  • Global Assistance
  • Groupma
  • HDI
  • Ina Assitalia
  • Liguria
  • Sara
  • Uca
  • Zurigo

lunedì 7 febbraio 2011

Cosa sono i certificati verdi?


Fotolia_12639369_XS.jpgIl comma unico dell'articolo 45 dispone la soppressione dell'articolo 2comma 149, della legge n. 244 del 2007(legge finanziaria 2008) e dell'articolo 15, comma 1, del decreto del Ministro dello sviluppo economico del 18 dicembre 2008. In sintesi: abroga l'obbligo di ritiro da parte del Gse dell'eccesso di offerta di CV.

Ai sensi del soppresso articolo 2, comma 149, della finanziaria 2008, a partire dal 2008 e fino al raggiungimento dell'obiettivo minimo della copertura del 25 per cento del consumo interno di energia elettrica con fonti rinnovabili e dei successivi aggiornamenti derivanti dalla normativa dell'Unione europea, il Gestore dei servizi elettrici (GSE), su richiesta del produttore, avrebbe ritirato i certificati verdi, in scadenza nell'anno, ulteriori rispetto a quelli necessari per assolvere all'obbligo della quota minima dell'anno precedente di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 (pari al due per cento dell'energia, al netto della cogenerazione, degli autoconsumi di centrale e delle esportazioni, eccedente i 100 GWh) a un prezzo pari al prezzo medio riconosciuto ai certificati verdi registrato nell'anno precedente dal Gestore del mercato elettrico (GME) e trasmesso al GSE entro il 31 gennaio di ogni anno.
Il decreto del Ministro dello sviluppo economico del 18 dicembre 2008, contiene la prima attuazione delle disposizioni in materia di incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, introdotte dalla medesima legge. L'articolo 15 disciplina la transizione dal precedente meccanismo di incentivazione ai meccanismi di cui alle leggi finanziarie 2007 e 2008; in particolare, il soppresso comma 1 prevedeva che nel triennio 2009-2011, entro il mese di giugno, il GSE ritirasse i certificati verdi rilasciati per le produzioni riferite agli anni fino a tutto il 2010, fatta eccezione per taluni impianti. Il prezzo di ritiro era pari al prezzo medio di mercato del triennio precedente.
Evidenziamo a tal riguardo come il principale meccanismo di incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sia costituito dai certificati verdi, introdotti nell'ordinamento nazionale dall'articolo 11 del decreto legislativo n.79 del 1999 per superare il vecchio criterio di incentivazione noto come CIP6.

La legge finanziaria del 2008, ha delineato una nuova disciplina di incentivazione per gli impianti entrati in esercizio dopo il 31 dicembre 2007 che prevede in alternativa ai certificati verdi, titoli emessi dal Gestore dei servizi elettrici (GSE) attestanti la produzione di energia da fonti rinnovabili per gli impianti di potenza superiore a 1MW, una tariffa fissa onnicomprensiva, variabile a seconda delle fonte utilizzata, per gli impianti di potenza elettrica non superiore a 1MW.
Le prime direttive generali per regolare la transizione dal vecchio meccanismo di incentivazione (certificati verdi) al nuovo (tariffa onnicomprensiva in alternativa ai certificati verdi) e dal quale rimane esclusa la tecnologia fotovoltaica che gode di una forma di incentivazione specifica, sono state emanate, in attuazione della legge n. 244 del 2007, proprio con il decreto ministeriale 18 dicembre 2008.

A oggi, all'articolo 45 del DL manovra, non ritirato dal Governo, è stato invece presentato un'ulteriore emendamento (45.1000) a firma del Relatore Azzollini il quale prevede due commi aggiuntivi all'articolo 45in cui si stabilisce che per il secondo semestre del 2010 e per gli anni 2011, 2012 e 2013, "le economie derivanti" saranno destinate per due terzi a un Fondo destinato a interventi nel settore della ricerca e l'università e per un terzo alla riduzione del prezzo dell'elettricità per i consumatori finali attraverso la riduzione della componente tariffaria A3. Saranno stabiliti con decreto del Mse, di concerto con il Tesoro, sentita l'Autorità, da emanare entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del DL i criteri e le modalità per la quantificazione dei risparmi destinati alla riduzione della componente tariffaria A3. La ripartizione dei fondi a università e ricerca sarà invece effettuata con decreto del ministro dell'Istruzione di concerto con il Tesoro "all'esito della approvazione della riforma organica del settore universitario". Le votazioni in Commissione Bilancio proseguono oggi 5 luglio 2010.